Lotta agli sprechi alimentari
Gli ultimi dati emersi dall’indagine condotta da Metro Italia, in collaborazione con Bocconi Green Economy Observatory, hanno evidenziato che solo in Italia lo spreco di cibo a livello domestico vale 12 miliardi di euro. Una cifra che, sommata agli oltre 3 miliardi imputabili alla filiera produttiva e distributiva, supera i 15 miliardi di euro, pari allo 0,88% del Pil del Paese.
La questione, ormai dibattuta anche a livello europeo, ha visto recentemente la Commissaria europea per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, partecipare alla 10a riunione della piattaforma dell’UE sulle perdite e gli sprechi di cibo.
Le iniziative dell’UE
Nella riunione, che ha offerto l’occasione per discutere delle importanti iniziative in corso per prevenire perdite di alimenti, la Commissaria Kyriakides ha dichiarato: “Mentre il mondo continua ad affrontare una crisi sanitaria senza precedenti, stiamo concentrando i nostri sforzi per conseguire una ripresa verde e sostenibile grazie al Green Deal europeo”.
“La lotta contro le perdite e gli sprechi alimentari – ha continuato la Commissaria Stella Kyriakides – è fondamentale per costruire un sistema alimentare sostenibile, e gli Stati membri e le imprese dovrebbero rendere tali azioni parte integrante dei loro piani per la ripresa. A livello dell’UE, la Commissione proporrà obiettivi per ridurre gli sprechi alimentari in tutta l’Unione, e la revisione delle regole di indicazione della data di consumo per migliorarne la comprensione”.
Per smettere di sprecare il cibo, ha continuato Kyriakides, “dobbiamo smettere anzitutto di perdere tempo”. Le famiglie sono le “maggiori responsabili dello spreco di cibo in tutto il mondo, e l’UE non fa eccezione”.
La nostra scelta
Noi abbiamo scelto di aderire ad un altro altrettanto valido progetto, “NO.W! No Waste”, la piattaforma sviluppata da ThinkAbout che offre la possibilità di acquistare a un prezzo scontato prodotti della filiera enogastronomica che altrimenti andrebbero sprecati, perché frutto di eccedenze di magazzino o a causa di difetti estetici o di packaging.
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