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I cioccolatini della ricerca

Dal 2 novembre, in tutte le nostre filiali, tornano i cioccolatini della Ricerca.

La distribuzione avverrà per la prima volta in contemporanea in circa 1.740 nostre filiali su tutto il territorio e su Amazon.

A seguito dell’aggravarsi della situazione, il consueto appuntamento di piazza con i volontari AIRC, inizialmente previsto per il 7 novembre, è stato annullato. Come già avvenuto nel maggio scorso in occasione dell’appuntamento con le Azalee per la Festa della Mamma, grazie al supporto di Amazon, sarà possibile regalare e regalarsi i Cioccolatini della Ricerca, a fronte di una donazione di dieci euro, per sostenere il lavoro dei giovani ricercatori.

Medicina, tecnologia, progresso: un percorso millenario in cui il genere umano ha saputo unirsi intorno alla ricerca e vincere sfide apparentemente impossibili, cambiando il corso della nostra stessa vita. Come nel passato, uniti possiamo guardare con ottimismo a un futuro in cui il cancro sarà sempre più curabile. Perché la ricerca vive in noi, grazie al lavoro instancabile dei ricercatori e al sostegno immancabile di chi, giorno dopo giorno dà loro fiducia e forza. La sfida al cancro è aperta e i risultati sono incoraggianti.

I giorni della ricerca

Il 26 ottobre il Presidente della Repubblica ha aperto ufficialmente “I Giorni della Ricerca” al Palazzo del Quirinale, dove ha ricevuto i più autorevoli rappresentanti del mondo dell’oncologia italiana e una rappresentanza dei sostenitori della Fondazione AIRC.

La ricerca offre speranza non illusioni

Occorre comunicarne i risultati in modo chiaro, sobrio, misurato e sottolineare la concretezza di AIRC che manterrà nei prossimi anni l’impegno di finanziare i progetti pluriennali già approvati, rafforzando in questo modo la spina dorsale della ricerca oncologica nel paese.

L’emergenza Covid ha avuto due conseguenze negative generali sulla ricerca in oncologia. La prima sulla ricerca di base, cioè sugli studi condotti in laboratorio per capire i meccanismi che portano allo sviluppo del cancro e alla sua progressione. Il lockdown ha fortemente rallentato l’attività dei laboratori.

La seconda sul trasferimento clinico e in particolare sugli studi condotti per l’approvazione di nuovi farmaci o di nuove strategie terapeutiche, i cosiddetti trials clinici. Se il lockdown della ricerca di base può aver permesso ai ricercatori una pausa di studio e riflessione per ripartire con rinnovato slancio e spesso maggior chiarezza di idee, il trasferimento clinico ha ancor più pesantemente sofferto delle limitazioni imposte dalla pandemia. La fragilità dei pazienti oncologici, la complessità delle cure che, sopprimendo il sistema immunitario, riducono le difese dei pazienti, e la necessità di mettere in sicurezza gli ambienti ospedalieri dall’infezione virale hanno causato un rallentamento quando non un blocco nella prosecuzione e soprattutto nell’avvio di nuovi trials clinici.

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