L’archivio storico racconta

In occasione di un pomeriggio dedicato ai racconti dell’Archivio Storico di Banco BPM, tornano alla luce alcune delle lettere che compongono un prezioso carteggio tra Luigi Luzzatti e Tiziano Zalli, padri del credito popolare in Italia.
Diana Vaccaro, Responsabile del Patrimonio Artistico di Banco BPM, afferma “si tratta di una corrispondenza iniziata nel 1864 e proseguita per anni, capace di raccontare come alla base dello sviluppo economico e del sistema bancario nell’Italia post-unitaria ci fosse un legame umano e intellettuale tra due figure che hanno contribuito a fondare le radici di ciò che oggi è Banco BPM. Il carteggio esposto è molto più di un documento: è la testimonianza viva di un’amicizia e di un patto ideale che ha inaugurato una stagione nuova per il credito italiano.”
Le lettere, conservate nei depositi dell’Archivio di Banco BPM e per quest’occasione eccezionalmente esposte al pubblico, testimoniano lo scambio tra due uomini animati da un ideale comune: portare in Italia un modello di credito nuovo, accessibile, ispirato alle esperienze cooperative europee e capace di diventare strumento di emancipazione sociale.
Il quadro è quello di un’Italia post-unitaria: un Paese in trasformazione, attraversato da forti fermenti di natura economica, culturale e sociale. Ed è proprio in questa cornice storica che il progetto di una banca “popolare”, vicina ai lavoratori, agli artigiani e ai piccoli imprenditori, assume una portata innovativa e profondamente sociale.
Luigi Luzzatti e Tiziano Zalli: due uomini, una visione
Luigi Luzzatti, economista e politico nato nel 1841, fu il primo a teorizzare l’adattamento del credito cooperativo europeo al tessuto economico italiano. Le sue riflessioni incontrarono presto l’esperienza concreta di Tiziano Zalli, classe 1830, avvocato, imprenditore e promotore di attività sociali nel Lodigiano, il quale aveva già maturato un forte interesse per il mutualismo e per un sistema finanziario capace di sostenere le classi meno abbienti.
Un impegno che culminò il 28 marzo 1864 con la fondazione della prima banca popolare in Italia a Lodi.
Quasi contemporaneamente, il 12 dicembre 1865, nasceva la Banca Popolare di Milano, fondata da Luigi Luzzatti insieme ad altri promotori e da lui presieduta fino al 1870. La sua visione era chiara: proporre un modello bancario alternativo a quello all’epoca dominante, che si basasse sul credito diffuso, sulla partecipazione collettiva, sul sostegno concreto ai piccoli operatori economici.
Il rapporto tra Luzzatti e Zalli travalica ben presto la dimensione professionale per diventare vera e propria amicizia. Tra i due si sviluppa una sintonia intellettuale profonda, fatta di incoraggiamento reciproco, di confronto ideale e di un sentimento di autentica stima. I toni sono affettuosi, diretti e sinceri: “Egregio mio fratello di cuore e di idea”, scrive Luzzatti; oppure “ho parlato di te con entusiasmo nelle nostre adunanze cooperative”. I due si ammirano e si sostengono, in quanto uomini che condividono una missione: “Le so grado (sic) infinitamente del bel statuto ch’ella volle inviarmi e può immaginare con quanta consolazione ne lessi e meditai i paragrafi”.
Come racconta Diana Vaccaro: “questa sinergia è la matrice stessa delle due istituzioni che, attraverso percorsi paralleli, hanno dato origine a ciò che oggi è Banco BPM. L’incontro tra il pensiero di Luzzatti e l’azione concreta di Zalli dimostra come la combinazione tra idee e prassi, tra visione e capacità imprenditoriale, possa incidere sulla società in modo duraturo”.
L’eredità di quella collaborazione si ritrova ancora oggi nei valori che guidano Banco BPM: vicinanza alla collettività, radicamento nei territori, attenzione alle esigenze delle piccole realtà produttive.
In quei carteggi, nel tempo conservati, si legge la forza di due visioni che si incontrano, si intrecciano e diventano realtà, continuando a parlare al presente e ricordando come le nostre radici siano il vero motore del futuro.
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Articolo Ansa
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